Le Marche Ghiottone

la sapienza dei sapori, i sapori della sapienza

 

Signore e signori, buongiorno e benvenuti alla presentazione del libro Le Marche Ghiottone, appena pubblicato da Theta Edizioni. Io sono Nicoletta Tagliabracci e, in qualità di Ambasciatrice per l’Enogastronomia Territoriale, ho avuto il piacere di contribuire alla stesura di questo grazioso e interessante volumetto con il racconto “VIAGGIO NEL KAIROS DELLE MARCHE“, e oltre alla bella sensazione di vedere stampate le proprie sensazioni ed emozioni, sono onorata di presentare tutti gli altri autori, ognuno di loro con un vissuto e delle esperienze differenti, ricche e variegate che valeva proprio la pena conoscere.

Il titolo prende spunto da “I Ghiottoni” di Fabio TOMBARI. Chi era costui? Uno scrittore e un insegnante nato a Fano nel 1899 e morto nel 1989. Tanti premi e riconoscimenti che lo rendono famoso soprattutto per l’opera a cui lavorerà, rimaneggiandola, per tutta la vita: Cronache di Frusaglia, un paese immaginario, originario e simbolo di tutti i paesi, una dimensione agreste e marittima fuse con quella genuinità umana tipica delle piccole comunità che secondo Tombari sono da salvare come una sorta di paese ideale. Un autore da conoscere e di cui vorrei farvi ascoltare queste parole:

“Laggiù, pensai, laggiù c’è un mare col suo pianto umano. E mai la mia vita mi parve così bella come in quella notte amorosa, accanto a quel fuoco di ginepri, in ascolto di quel lontano pianto”.

 

“Un libro costruito con amore, un libro sognato, un progetto ambizioso che nasce da lontano”. Così Francesca Di Giorgio, titolare di Lirici Greci design consultancy, definisce ‘Le Marche Ghiottone – la sapienza dei sapori, i sapori della sapienza’, un bellissimo volume pensato e realizzato con Angela Pezzuto, in collaborazione con lo Slow Food Ancona e Conero.

“Il tema di questa guida-pubblicazione – spiega Di Giorgio – è

suggerita dall’opera omnia di un autore classico del Novecento italiano e marchigiano: Fabio Tombari. Nei sessantadue anni di attività letteraria ha dedicato molte sue pagine al mistero dei cibi e dei vini focalizzando il suo scritto sulla ‘misura’ di un umanesimo che siede a tavola cercando le ragioni di un destino nella sapienza delle cucine antiche divenute le antenate della modernità”.

 

Il risultato insolito e affascinante, perché a parlare non sono unicamente i ‘soliti’ chef, ma anche artisti, poeti, scrittori, musicisti, attori, fotografici e illustratori, tutti legati alle Marche.

“Evocando ricordi, prospettando realtà, presentando personaggi, vi condurremo in un curioso viaggio nel presente, tra enogastronomia e bellezza, tra aromi, sapori e colori, tra racconti e ricette che fanno da partitura alla ricchezza delle eredità, conservando l’anima delle Marche, terra al plurale a noi cara”, scrive Di Giorgio. La domanda di fondo non è cosa da poco: come conservare e tramandare le nostre tradizioni, e come proteggere il nostro ambiente?